Biografia
Venuto al mondo alle sei e mezzo del mattino,
in un gelido 10 febbraio 1962, Piero è Acquario ascendente
Acquario: segno d'aria totale, intuizioni e idee a getto continuo.
L'etimo del cognome Pelù è sconosciuto, questo gli consente
d'ipotizzare origini sarde. Piero non ha mai consultato gli
esperti di araldica: "Detesterei il fatto di avere il sangue
blu, infatti il mio sangue è rosso e il mio cuore batte a
sinistra. Nella lingua degli Incas il mio cognome significa
'fiume'. Bella storia: mi piace sapere che sono un fiume". A
otto anni ha investito parecchie paghette settimanali per
comprare la sua prima chitarra: una Eco con le corde in ferro.
Ribelle in famiglia, nel suo periodo punk aveva adottato i nomi
di battaglia Pierotten, anche in onore di Johnny Rotten, e Peter
Punk. Suonava con i Mugnions e viveva il punk come una fede. Nel
1979 ha vissuto un mese a Parigi: giorno e notte al Beabourg
assieme a punk, saltimbanchi e artisti di strada.. Le arti di
strada saranno protagoniste, nel 2000, del Circo Pelù nel primo
tour da solista.
Nonna Tina, scomparsa a 102 anni, vigilava sull'integrità morale
di Piero, piombando nella sua stanza quando si appartava con
qualche amichetta e criticando ferocemente la frequentazione di
Ponte Vecchio, fino agli Anni 80 punto di ritrovo del mondo
alternativo hippy. "Nonna Tina considerava quei capelloni
con il chylum in mano dei drogati e forse aveva ragione, visto
che in quegli anni si viveva ancora l'equivoco più grave e
dannoso della controcultura, cioè la convinzione che drogandosi
ci si ribellava al sistema dominante. L'esaltazione dell'eroina
da parte delle icone giovanili, compresi molti rockers, ha
provocato più danni della guerra. L'eroina è stata, per molte
generazioni, il nostro Vietnam. E siamo tornati a casa con le
ossa rotte. Se serve a qualcosa, ribadisco il mio rifiuto
assoluto alle droghe pesanti: state lontani almeno dalle polveri
(smog compreso!). Se una pera, come si dice in 'Trainspotting',
equivale a fare l'amore moltiplicato per cento, io preferisco
moltiplicare per cento le volte che faccio l'amore".
A sei anni ha ascoltato il quarantacinque giri "Vengo
anch'io (no tu no)" di Enzo Jannacci, che Piero ritiene
ancora oggi un capolavoro d'ironia. "L'ironia non è sempre
evidente nelle mie canzoni, ma è sempre esistita. Affacciandomi
all'universo musicale, alla fine degli Anni 70, ho cercato di
unire il punk e le mie esperienze personali con l'ironia di
Jannacci e di Edoardo Bennato. In Bennato, il faro di un certo
periodo storico, la ribellione era diluita nell'ironia e nel
sarcasmo; nel punk avveniva il contrario; nella mia vita, in
quegli anni, c'era solo ribellione".
Nel 1969 la Fiorentina vinse il suo secondo e ultimo scudetto.
Per lui fu una gioia indescrivibile. Piero giocava in porta per
imitare il suo idolo viola Franco Superchi ("Non avevo
l'altezza, ma l'agilità e la follia propria di ogni grande
portiere"); oggi scende in campo con la Dinamo Rock, al
fianco di Ligabue, e con la squadra chiamata TNT (artisti
fiorentini e solidarietà). Non ha mai tentato la strada del
professionismo: "Per me il calcio non è agonismo, ma
sudore, divertimento, espulsione di schifezze dal corpo. E
passione". In terza media ha fondato un club di tifosi della
Fiorentina chiamato Brigate Viola, che fecero il loro trionfale
esordio allo stadio in un indimenticabile 3-1 alla Juventus.
"Ho abbandonato le curve dopo aver visto da vicino gli
ultras e la loro violenza".
Anche i libri lo appassionavano. E fra i primi che ha letto,
ricorda con amore 'Le tigri di Mompracem' di Salgari ("Da
quei disegni ho ereditato la passione per i coltelli e le lame")
e 'Pian della Tortilla' di John Steinbeck: "Forse l'unico
libro che ho riletto dieci volte in dieci periodi diversi della
mia vita, trovandolo sempre straordinario perché è
l'esaltazione dell'amicizia". La sua lettura preferita era
l'Atlante: passava ore piacevoli a guardare città, nazioni,
continenti. "Ho voluto suonare in una band anche perché era
un modo per girare il mondo e fare incontri fantastici. I primi
soldi guadagnati con la musica, li ho subito investiti in viaggi".
In seconda media ha cominciato a radunare idee e spunti per fare
musica: Jannacci, Bennato, i Black Sabbath di Tommy Iommi e Ozzy
Ousbourne
Fino a Ennio Morricone. E i Beatles: "Il
primo disco che ho comprato personalmente è stato 'Revolver'. Mi
piaceva 'Eleanor Rigby', così l'ho incisa su un piccolo
registratore casalingo, senza conoscere le parole né capirne il
senso. È stata la mia prima registrazione in assoluto: solo
voce, perché non sapevo gli accordi". Ha preso lezioni di
chitarra, ma si è stufato alla terza lezione: cercava l'hard
rock di Tommy Iommi, ma trovò solo estenuanti lezioni di
solfeggio.
Al liceo scoppiò l'amore per i Genesis di Peter Gabriel e per
gli scantinati, perfetta espressione del suo animo underground:
in quello sotto casa ha fondato la sua prima band, i Mugnions. Il
punk l'aveva scoperto nel 1977 e ha vissuto la nuova passione
musicale come una fede, ma la ricerca dei primi dischi di culto
è stata laboriosa: a Firenze l'unico negozio specializzato era
Contempo, diventato poi un'etichetta discografica, e vi si
trovava pochissimo, giusto Sex Pistols, Iggy Pop e Clash. Il
batterista dei Mugnions era Ringo De Palma, che sarebbe diventato
uno degli amici più cari di Piero. In quel periodo sulle orme
del punk si muovevano anche i Decibel, gli Skiantos di Freak
Antoni, i Revolver e Faust'o. I Mugnions non miravano al successo:
"Io suonavo per trovare uno sfogo alla mia inquietudine, al
disagio, alla certezza di non appartenere a nulla". Il punk
gli ha riservato anche qualche delusione, come un vecchio live di
Patti Smith a Firenze: "Uno strazio: lei e i suoi deliri
mistici. Aspettavo quel concerto da un anno, avevo comprato il
biglietto sei mesi prima, sono tornato a casa dopo mezz'ora".
Il primo concerto dei Mugnions, l'8 marzo 1980, attirò solo
pochi compagni di scuola; al secondo, il primo maggio, c'era una
"folla" di trecento curiosi. Un amico del padre del
bassista li fece partecipare al festival Versilia Rock '80 con
Gianna Nannini e gli Skiantos. "Fu un'esibizione
imbarazzante". Decisero di dedicare più tempo alle prove
nello scantinato, ma questo provocò la rivolta di tutti i
condomini. I Mugnions chiusero la loro breve e poco gloriosa
carriera il 19 ottobre del 1980, con il proprietario del locale
dove si erano appena esibiti che si rifiutò di pagarli perché
gli spettatori erano troppo pochi. Piero e Ringo si sarebbero
ritrovati più avanti nei Litfiba.
L'avventura Litfiba iniziò così: il tastierista Antonio Aiazzi
suonava in un gruppo a cui mancava il cantante. Piero lo
conosceva, ma sperava che si fosse dimenticato di lui perché
"Nel 1979 ero andato a una sua festa punk e gli avevo
distrutto la casa. Ripensando a quell'episodio, rido ancora".
L'incontro avvenne nella storica cantina di via Bardi 32, a Ponte
Vecchio: oltre ad Aiazzi c'erano il batterista Francesco Calamai,
il bassista Gianni Maroccolo e il chitarrista Ghigo Renzulli.
"L'atmosfera era bellissima. Tutti mi accolsero bene,
perfino Aiazzi". I Litfiba hanno esordito dal vivo l'8
dicembre 1980, il giorno in cui moriva John Lennon. Piero si
dimostrò subito un animale da palcoscenico e improvvisando, si
lanciò più volte sul pubblico come aveva visto fare a Iggy Pop:
"La gente sotto palco, impreparata, per due volte si prese
il mio corpo in faccia. La terza si aprì come le acque davanti a
Mosé e io rischiai la vita".
Firenze stava diventando la capitale del nuovo rock italiano, ma
Piero non avvertiva questo fermento: la sera di Natale partì per
Londra, dove sognava di vivere gli aspetti più distruttivi del
punk. Il risveglio fu traumatico: "I punk che incontravo nei
locali erano sempre meno, tutti leccatini da salotto". Una
sera al Marquee decise di comportarsi da punk nel tempio del
punk, tagliuzzandosi ovunque sempre in omaggio all'icona Iggy Pop:
furono proprio i venti punk presenti a denunciarlo e a farlo
sbattere fuori dal locale. Passò l'ultimo dell'anno dentro la
fontana di Piccadilly completamente ubriaco: "A momenti
morivo congelato". Rientrò a Firenze più confuso di quando
era partito. Tutti erano all'oscuro che Piero intendeva
trasferirsi a Londra per sempre, così non fecero caso al suo
fallimento e l'avventura con i Litfiba continuò senza traumi o
spiegazioni. Riprese gli studi: un anno di Giurisprudenza e uno
di Scienze politiche. Abbandonata l'università, rifiutò anche
l'uniforme: "Ero e sono pacifista convinto: ho svolto il
servizio sociale all'Arci di Firenze nel biennio 1984/1985".
Nel 1982, Piero & Litfiba vinsero il secondo Festival Rock di
Bologna e incisero il loro primo singolo con front cover di Irvin
Penn. Le canzoni erano "Luna" e "La preda",
il cui testo venne frainteso: "Ai nostri concerti arrivarono
gli skinheads che facevano il saluto romano. Fu imbarazzante,
perché il pezzo piaceva ai fascisti e chi non lo era, vedendo
gli skinheads, pensava che lo fossimo anche noi. Lo tolsi subito
dalla scaletta". Sempre nell'82, uscì l'ep "Guerra":
il master costò un milione e centomila lire, un vero capitale
per le finanze della band. Durante uno dei tanti concerti di
rodaggio del gruppo, un ragazzo punk li bersagliò con due
dozzine di uova: dopo aver visto "La grande truffa del
rock'n'roll", il film con i Sex Pistols, pensava di fare un
gradito omaggio ai Litfiba, che invece hanno abbandonato la scena
incavolati di brutto.
Assieme a Ringo, Piero ha portato avanti un progetto musicale
alternativo ai Litfiba, una band chiamata Tradimento (suo quarto
nome di battaglia dopo Pierotten, Peter Punk e Sordido) nel quale
Pelù cantava e suonava il basso e i chitarristi cambiavano in
continuazione. Contemporaneamente ha studiato altre forme d'arte
espressive: teatro (con Orazio Costa), mimo (Yves Le Breton) e
maschere (Commedia dell'Arte e
Maschere Neutre di Basilea). Per il gruppo sperimentale teatrale
Krypton nacque la colonna sonora dello spettacolo post-moderno
"Eneide" del 1983. Di quel periodo è anche una cover
di "Yassassin" di David Bowie.
Nel 1985 arrivò finalmente il primo album di canzoni di Piero
& Litfiba: "Desaparecido" vendette la bellezza di
cinquemila copie, un risultato strabiliante per il circuito
underground, infiammando d'entusiasmo la critica. Era il primo
album della trilogia dedicata alle vittime del potere, di
qualsiasi forma di potere: dopo la parentesi di "Transea"
(con una cover che ritrae Pelù come un alfiere del dark coperto
di rosari e croci), la trilogia si è completata con "17 RE"
(1986) e "Litfiba 3" (1988), anticipato nel 1987 dal
live "Aprite i vostri occhi". Fra tutti i dischi
pubblicati da Piero & Litfiba negli Anni 80, "17 RE"
era, e rimane ancora oggi, quello preferito di Pelù, che nel
frattempo aveva assunto un nuovo nome di battaglia: Piotre degli
Urali, in omaggio alla cultura tzigana, una passione ancora oggi
fortissima. "L'unico aspetto che non condivido di questa
cultura è che raramente i figli dei Rom vengono mandati a
scuola, si preferisce farli elemosinare o peggio".
Pelù sapeva di scherzare col fuoco a usare il numero 17 nel
titolo del disco: "Non ritengo che il 17 porti sfiga, ma che
sia semplicemente foriero di novità sconvolgenti, di eventi
scioccanti". In quel periodo la band ebbe un incidente
stradale, fortunatamente catastrofico solo per il loro furgone:
la somma delle cifre sul contachilometri era 17; la targa
dell'auto della Polizia era 1717
Dopo quella notte, il 17
ha marchiato altri episodi tristi nella vita di Piero,
rafforzando la sua avversione per quel numero. Fateci caso:
nell'autobiografia "Perfetto Difettoso", pubblicata nel
2000, il capitolo "innominabile" è stato sostituito
dal 16 bis. Non ha mai amato nemmeno la televisione, la subiva
per esigenze di promozione discografica, però si prendeva le sue
rivincite, come quando infilò un preservativo sul microfono di
Vincenzo Mollica durante una diretta su Raidue del concerto del
Primo Maggio a Roma: "Mollica la prese malissimo. Solo dopo
qualche anno sono riuscito a spiegargli che non ce l'avevo con
lui, ma con la morale cattolica che in Italia impediva di parlare
di prevenzione contro l'Aids". In generale, della
televisione dice: "Se la conosci, la eviti. O la usi, prima
che lei usi te". Tra le poche piacevoli eccezioni ci sono
state le trasmissioni di Fabio Fazio, in particolare "Quelli
che il calcio".
Nel settembre del 1986, Piero fu promotore del comitato La musica
contro il silenzio: nell'anniversario dell'assassinio di Dalla
Chiesa, organizzarono un maxi concerto a Palermo contro la mafia.
Fu il primo grande festival new wave italiano, al quale
parteciparono i migliori gruppi rock emergenti: Moda,
Detonazione, Diaframma, Neon, Gaznevada, Denovo, Afrodisia, Plain
Air, Joe Perrino & The Mellowtones, Viridanse, Violet Eves
Nel 1988, "Tex" (un brano dell'album "Litfiba 3")
metteva in musica il rispetto per i pellerossa, forte in Piero
fin dai tempi delle scuole medie, quando lesse "Seppellite
il mio cuore a Wounded Knee", un libro illuminante sulle
bugie che il governo di Washington raccontava ai nativi americani
prima di farli marcire nelle loro "riserve". Undici
anni più tardi, nell'estate del 1999, Piero Pelù ha avuto
l'onore di conoscere personalmente un capo tribù dei Lakota:
"Si chiama Dwainn. È un uomo solare, sereno e profondo che,
quando fu ricevuto in udienza in Vaticano, salutò il Papa
dicendo: noi vi perdoniamo per tutto il male che avete fatto
colonizzandoci".
Fra le tante esibizioni live che seguirono "Litfiba 3",
uscito a maggio del 1988, fu memorabile "S.O.S. Racism"
con Bruce Springsteen, Ziggy Marley e 200 mila spettatori. È
dell'88, anche la collaborazione di Pelù con Teresa De Sio in
una lunga suite intitolata "La storia vera di Lupita Mendera"
che faceva parte di "Cinderella Suite", l'album
prodotto da Brian Eno e Peter Brooks.. Datata 1988 è pure la sua
prima canzone scritta per altri musicisti: "Sogni d'oro"
per l'album "Senza rumore" dei Moda. L'anno successivo
fu scritturato per l'opera "Giovanni Sebastiano" di
Gino Negri, con Armando Testa come protagonista. L'album dal vivo
"Pirata", pubblicato nel novembre del 1989, segnò la
fine dei vecchi Litfiba e l'inizio del periodo più rock.
Il primo giugno 1990 arrivò la notizia della scomparsa di Ringo:
"Il mio grande rimorso è non avergli rotto abbastanza le
scatole per farlo smettere con l'eroina, magari avvisando i suoi
genitori. Ho pianto molto per Ringo. E per Tony, per Candelo, per
Ronzani. Per tutti gli amici che mi hanno lasciato".
Nel 1993 Pelù, con il gruppo Florence Experience creato da lui
per l'occasione, ha partecipato a un concerto organizzato dal
centro sociale C.P.A. di Firenze contro la nuova strategia del
terrore e l'attentato in via dei Georgofili.
Con l'amico fotografo Alex Majoli ha realizzato, sempre nel '93,
il libretto delle novantanovefoto di "Colpo di coda" e
nel '95 la videostoria di novanta minuti allegata al cd live
"Lacio Drom" ("buon viaggio" in lingua Rom).
Nello stesso anno Pelù ha partecipato con altri artisti allo
spot per la prevenzione dell'Aids promosso dal Ministero della
Sanità. Piero ha anche ideato il cuore rosso con le corna: il
CORNUCUORE, simbolo della convivenza fra gli opposti. Nel 1996 ha
cantato con Luciano Pavarotti per "War Child" e ha
scritto l'introduzione a un libro di poesie di Jacques Prévert
("Questo amore", Ed. Salani), leggendole poi in teatro.
Nel 1998 ha duettato con la grande Mina nel brano "Stay"
del suo cd "Olio", intitolato così dopo che Piero le
aveva regalato, appunto, olio della sua terra.
Dal 1997 Piero Pelù si è fatto carico dei problemi della Sierra
Leone, il paese del west Africa più povero del mondo (dati
ufficiali ONU): "è il tipico esempio di paese sfruttato dal
colonialismo occidentale, visto che le infinite risorse del
sottosuolo arricchiscono soltanto le multinazionali europee e
americane". La guerra civile liberiana è sconfinata in
Sierra Leone e migliaia di bambini vengono mutilati orrendamente:
per aiutarli non serve cibo, ma protesi. Così Pelù ha avviato
il Progetto Sierra Leone per costruire gli ospedali necessari
assieme ai missionari del Murialdo.
Negli Anni 90 Piero & Litfiba pubblicarono i dischi che
compongono la "tetralogia degli elementi": "El
Diablo" 1991 (il fuoco), "Terremoto" 1993 (la
terra), "Spirito" 1995 (l'aria) e "Mondi sommersi"
1997 (l'acqua). Il quinto elemento (il tempo) fu anche quello
decisivo nella storia di Piero con i Litfiba: "Infinito"
uscì nel gennaio 1999, ma già da sei mesi le divergenze fra Pelù
e alcuni membri del progetto Litfiba erano diventate insanabili.
A dare nuovo entusiasmo a Piero in crisi fu anche la band:
Roberto Terzani (tastiere), Daniele "Barni" Bagni (basso)
e Frank Caforio (batteria) lasciarono i Litfiba per seguirlo
nella sua avventura solista. Ai tre musicisti si è aggiunto
subito il chitarrista Cristiano Maramotti, formando il gruppo
chiamato supercombo.
La carriera solista di Pelù si è aperta con il singolo "Il
mio nome è mai più", incisa con Ligabue e Jovanotti a
favore di Emergency e in segno di protesta per i bombardamenti su
Belgrado.. Con i proventi di quel disco, che ha venduto oltre 500
mila copie (un record straordinario per un singolo), sono già
stati costruiti due ospedali. Piero aveva dato altre volte il
proprio aiuto alle popolazioni dell'ex Jugoslavia flagellate
dalla guerra civile: la prima nel 1991, quando si è esibito a
Sarajevo nel "Concerto per la Pace" assieme ai Nomadi
di Augusto Daolio; la seconda dopo la partecipazione al "War
Child" di Pavarotti del 1996, recandosi a Mostar con una
delegazione di artisti per controllare che i soldi arrivassero
davvero a destinazione.
Sul piano artistico strettamente personale, tutto è ricominciato
da "Pugni chiusi", cover di un vecchio brano dei
Ribelli e b-side del singolo "Io ci sarò". Il 21
aprile 2000 è uscito il suo primo album da solista: "Né
buoni né cattivi", che ha debuttato dal vivo nella festosa
cornice dell'Heineken Jammin' Festival 2000 di Imola con Pelù
nel prestigioso ruolo di headliner principale. Nel lungo tour
successivo, una trentina di concerti, Piero ha condiviso il palco
con trampolieri, mangiafuoco e giocolieri, allargando il Circo
Pelù alle arti di strada. Altra esibizione memorabile è stata
quella del 2001 al Concerto del Primo Maggio di Roma, davanti a
una folla di oltre 800 mila persone.
Sempre nel 2001 è stato invitato al "Festival di Sanremo"
come superospite: Piero ha affrontato il tema delle mine
antiuomo, una barbarie che continua a causare migliaia di vittime
innocenti.
Fra il 2001 e il 2002 ha lavorato al nuovo disco: la prima
canzone è "Bene Bene Male Male" che, dopo una
settimana di programmazione radiofonica, viene presentata per la
prima volta dal vivo all'MTV Day del 14 settembre a Bologna. Il
27 dello stesso mese viene pubblicato il cd singolo di "Bene
Bene Male Male", che contiene le versioni live di "El
Diablo" e "Né buoni né cattivi" registrate al
concerto del 2000 in Piazza della Loggia a Brescia. L'11 ottobre
esce l'album "U.D.S. L'Uomo Della Strada" (Teg
Wea Records), capitolo secondo della "trilogia dei
sopravvissuti". Piero Pelù è autore, arrangiatore e
produttore artistico del disco, registrato presso le Officine
Sonore O-Zone di Firenze.. Il cast artistico di "U.D.S.
L'Uomo Della Strada" è imponente: la cantante indonesiana
Anggun duetta con Piero nel brano "Amore immaginato";
fra i musicisti, assieme all'inseparabile supercombo (Caforio,
Bagni, Maramotti), troviamo Robbi Terzani, Francesco Magnelli e
Boosta dei Subsonica (tastiere), Vinnie Colaiuta (batteria), Roy
Paci (tromba) e Paolino "Ramingo" Baglioni (percussioni
e cori). Gino Strada di Emergency è autore del testo sulle mine
antiuomo di "Pappagalli verdi", tratto dal suo libro
ominimo: tutti i guadagni di questa canzone saranno devoluti a Emergency.
Dopo “NE’
BUONI NE’ CATTIVI “(2000) e “UDS L’UOMO DELLA STRADA” (2002), il terzo
album di PIERO PELU’ s’intitola “SOGGETTI SMARRITI” , ed esce il 30
aprile 2004 (per la Wea Records del gruppo Warner Music Italia).
L’album è anticipato dalla diffusione del primo singolo,“Prendimi così”,
in tutte le radio dal 9 aprile.
Con uno sguardo più verso il suo mondo interiore ed i rapporti interpersonali,
nella realizzazione di “SOGGETTI SMARRITI” Piero ha ritrovato il Pelù che
tutti conoscono,quello grintoso e dolce al tempo stesso, che unisce con
naturalezza potenza rock e melodie.
L’album affonda le sue radici anche nella storia dei Litfiba, tanto che Piero
ha inserito in “SOGGETTI SMARRITI” una versione riarrangiata di « Re del
silenzio », dal mitico album « 17 Re » dei Litfiba.
“SOGGETTI SMARRITI” è il risultato di tre ingredienti che danno l’idea
del lavoro creato e sviluppato da Pelù: la sua voce, sferzanti melodie e grandi
chitarre.
Prodotto dall’artista toscano, con un collaboratore, nel mixaggio dei brani,
del rango di Tim Palmer (U2, Ozzy Osbourne, Tears ForFears…), “SOGGETTI
SMARRITI” segna una tappa importante nella storia di Piero Pelù solista.
Il nuovo tour di Piero Pelù, organizzato dalla Barley Arts, è partito a inizio
luglio.
Da luglio 2004 a maggio 2005, Piero Pelù è stato impegnato in una lunga tournèe (organizzata da Barley Arts) che l'ha visto impegnato non solo in tutta Italia, ma anche in Francia e Svizzera.
Il 2 luglio 2005, Piero ha partecipato al LIVE8 di Roma, il grande evento promosso da Bob Geldof e a fine agosto è stato uno dei grandi protagonisti della serata conclusiva della Notte della Taranta, il festival dedicato alla tradizione salentina e alla musica popolare italiana che si è svolto a Melpignano (LE).
Il 21 ottobre esce in tutti i negozi una raccolta dei suoi brani dal titolo "PRESENTE" (Warner Music Italia) con due canzoni inedite "Nel mio mondo" e "Presente".
Il 2006 vede Piero Pelù impegnato nella composizione e nella registrazione dei brani del nuovo album "In faccia", Il primo per SonyBmg. Il singolo "Tribù" viene presentato in anteprima al concerto del primo Maggio, dove lo straordinario impatto sonoro del brano arriva al pubblico in tutta la sua forza dirompente. E' questa la prima uscita di Piero con la sua nuova band, un'essenziale formazione rock composta da Saverino Lanza alla chitarra, Davide Bagni al basso e Paolo Bagnoli alla batteria.
L'album "In faccia" contiene dieci brani ed è nei negozi dal 9 giugno 2006.
Piero Pelù sta preparando il
suo prossimo tour, organizzato da Barley Arts, che partirà in estate nelle
regioni del centro-sud, per approdare in spazi al chiuso nelle principali città
italiane fra ottobre e dicembre.